27.06.2022
Sappiamo che nei luoghi di lavoro un’adeguata manutenzione di attrezzature, macchine e impianti è uno degli elementi più importanti di un’efficace strategia di prevenzione degli infortuni, ma sappiamo anche che la stessa manutenzione è un’attività ad alto rischio.
Sono infatti innumerevoli i rischi generali a cui può essere soggetto un addetto alla manutenzione: ci possono essere rischi fisici (ad esempio l’esposizione a rumore, vibrazioni, radiazioni o a condizioni ambientali e microclimatiche estreme), rischi ergonomici (con eventuali sollevamenti di carichi in situazioni difficili o movimenti ripetitivi), senza dimenticare i tanti possibili rischi, non sempre facilmente pianificabili, chimici, biologici e psicosociali, ad esempio dovuti alla pressione temporale.
Per migliorare la prevenzione è dunque importante conoscere meglio le differenze tra le varie attività manutentive, il ruolo e le competenze dei manutentori e le possibili istruzioni operative per i vari soggetti coinvolti a vario titolo in queste attività.
Per avere queste informazioni possiamo fare riferimento agli allegati al documento “ Utilizzo in sicurezza delle macchine. Guida per le imprese”. Un documento, prodotto dall’ ATS Brianza, che rappresenta la sintesi condivisa del lavoro svolto dal gruppo “Sicurezza macchine”, costituito nell’ambito del Comitato di Coordinamento Provinciale di Monza e Lecco ex art.7 D.Lgs. 81/08, e che “non ha la pretesa di essere esaustivo di tutti gli aspetti inerenti alla sicurezza delle macchine, ma può essere utilizzato come punto di partenza e/o confronto per impostare/revisionare la propria valutazione del rischio macchine aziendale”.
Ci soffermiamo oggi su alcuni allegati con riferimento ai seguenti argomenti:
Partiamo innanzitutto con alcune indicazioni dell’Allegato F “Manutenzione-Definizioni”.
Al di là di una definizione generale già riportata nella guida, anche con riferimento alla differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria, si elencano ulteriori definizioni tratte dalle norme UNI:
Si indica poi che la “manutenzione programmata” deve essere svolta “tenendo conto dei cicli produttivi del macchinario e serve principalmente per evitare fermi produzione e guasti improvvisi dei macchinari che causano inattività della macchina. A tal fine è opportuno che l’azienda, individui dei periodi nel corso dell’anno in cui fermare le macchine così da permettere a tecnici qualificati di controllare lo stato del macchinario ed effettuare le operazioni che rientrano nella manutenzione ordinaria”.
Riportiamo dal documento uno schema riepilogativo:
L’allegato, che vi invitiamo a visionare, riporta poi altre definizioni e distinzioni tra riparazione, revisione, ricostruzione, aggiornamento/ammodernamento tecnico, …
Un altro allegato (Allegato I) si sofferma sulla figura del manutentore.
Il documento evidenzia alcuni dei possibili compiti di un manutentore:
Inoltre si indica che le caratteristiche necessarie allo svolgimento delle attività dell’addetto alla manutenzione “si riconducono alle seguenti aree di competenza:
Infine veniamo all’Allegato L che raccoglie “istruzioni operative per la manutenzione” con particolare riferimento a vari ruoli aziendali.
Ad esempio il preposto:
Veniamo ora alle istruzioni per l’addetto manutentore:
Infine arriviamo alle istruzioni generali per il lavoratore/operatore della macchina:
Concludiamo segnalando che l’Allegato L riporta anche le istruzioni operative per il datore di lavoro e i dirigenti e in altri allegati affronta i ruoli dei soggetti dell’organizzazione incaricati alla gestione macchine, le indicazioni sul libretto d’uso e manutenzione delle macchine e le procedure di controllo e manutenzione macchine.
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